Strage di Erba, ecco quali sono i punti chiave che dimostrerebbero l’innocenza di Rosa Bazzi e Olindo Romano.
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono davvero i colpevoli della strage di Erba o sono innocenti? Il caso potrebbe essere riaperto dal momento che il Procuratore Generale di Milano ha chiesto la revisione del processo. Ma quali sono gli elementi che potrebbero ribaltare la sentenza nei confronti dei due coniugi? Ecco quali sono tutte le prove a loro favore.
Le testimonianze di Mario Frigerio
Dopo 17 anni dal massacro avvenuto a Erba, il sostituto procuratore della corte d’appello di Milano, Cuno Trasfusser, ha accettato la richiesta della difesa a prendere in considerazione nuovi elementi che prenderebbero in considerazione l’innocenza dei due assassini.
Ci potrebbe essere quindi una revisione del processo su quanto accaduto la sera dell’11 dicembre 2006, quando in soli 22 minuti furono uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk di 2 anni, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini: un massacro legato a questioni di vicinato. Suo marito Mario Frigerio, resta l’unico testimone oculare della strage di Erba.
Ad incastrare la coppia fu una macchia di sangue trovata sull’auto di Olindo, che Frigerio lo riconobbe come suo aggressore. Ricostruisce quanto accaduto quella sera, quando la moglie risale dalla passeggiata serale con il cane e lo avverte che dall’abitazione di sotto esce del fumo e va a controllare. “Ho visto la porta socchiusa dell’appartamento di Castagna. Quell’uomo ha estratto un coltello e mi ha tagliato la gola, poi ho perso conoscenza”.
Descrivendo l’uomo e la scena vissuta, Mario Frigerio dichiara che quello che aveva visto era proprio “l’Olindo”, il suo vicino, stentando a credere che potesse avere fatto una cosa del genere. “E’ inutile che mi guardi così, disgraziato, eri tu”, dichiarò Frigerio durante l’udienza del 26 febbraio 2008. “Dai dati clinici acquisiti dopo il 2010”, emergono però nuovi elementi che riterrebbero Frigerio vittima di una “falsa memoria”, perché intossicato dal monossido sprigionato dall’incendio.
La macchia di sangue e le tracce “svanite”
A scaturire nuovi dubbi è la macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sul battitacco dell’auto di Olindo. L’auto è stata visionata una prima volta il 12 dicembre, senza che nessuna traccia venisse trovata, poi 15 giorni dopo è stato svolto un accertamento tecnico: ma per quale motivo?
Secondo il Procuratore, le operazioni “di ispezione, di repertazione, di verbalizzazione e di trasmissione” sono avvenute in tempi non trasparenti e non tracciabili, “ma anche con stupefacente superficialità, malgrado si trattasse di un incombente potenzialmente di grande importanza in un’indagine di eccezionale rilevanza”.
Assurdo anche come Rosa Bazzi e Olindo Romano siano riusciti a non lasciare alcuna traccia sul posto in cui avvenne il brutale massacro che lasciò un bagno di sangue nella loro casa.
Le confessioni di Rosa e Olindo
Nonostante la forte pressione sulla casalinga e il netturbino che vennero subito interrogati l’8 gennaio 2007, i due si ritengono innocenti. Nelle 48 ore successive, la coppia di killer viene fatta incontrare: un atto “inconsueto” anche se “l’avere dato questa possibilità di incontrarsi aveva una finalità investigativa posto che il luogo dell’incontro è intercettato che però non ha dato il risultato auspicato”.
In quelle ore Rosa e Olindo lasciando “false confessioni” che per il pg dimostrano la presunta recita della coppia. Tuttavia, la Cassazione le reputa granitiche, sottolineando dettagli che soltanto chi era stato quella sera nella corte di via Diaz a Erba poteva conoscere.